martedì 28 febbraio 2012

The skeleton key

LA TRAMA: Caroline, una giovane infermiera, viene assunta dall'avvocato Luke per prendersi cura del vecchio Ben, paralizzato da un ictus. Caroline si trasferisce nella casa di Ben, dove vive insieme alla moglie, Violet. All'inizio tutto sembra normale, ma, poco a poco, la ragazza si accorge che ci sono diversi misteri: perché non ci sono specchi in tutta la casa? Perché Ben sembra terrorizzato dalla moglie? E soprattutto, cosa si nasconde dietro alla porta che in soffitta nessuna chiave riesce ad aprire?

L'IDEA: Ecco un buon film horror! The skeleton key, diretto da Iain Softley (lo stesso di Back Beat, sul quinto Beatles Stuart Sutcliffe) paralizza lo spettatore alla poltrona. Dal ritmo serrato, che lascia pochissime volte respirare, il film può contare su un buon cast (tra gli altri, Jennifer Hudson e Peter Sarsgaard) e su un'ottima struttura, che riesce a non far capire niente fino alla scena finale. New Orleans appare in tutto il suo fascino prima dell'uragano Katrina, piena di vita nella città e di mistero nei suoi bayoux, tra caimani e mangrovie, atmosfera che ha ispirato ad Anne Rice Intervista col vampiro. Un film godibilissimo.

VOTO: 9

Il profumo del mosto selvatico

LA TRAMA: Paul Sutton (Keenu Reeves), appena tornato dalla guerra nel Pacifico, dopo aver scoperto che la moglie non ha letto le sue lettere dal fronte fugge con le sue scatole di cioccolatini, che vende per lavoro. Sull'autobus, incontra una giovane donna, Victoria (Aitana Sànchez-Gijòn), che gli rivela di essere incinta e di temere la reazione del padre (Giancarlo Giannini), proprietario di un celebre vigneto. Paul decide allora di fingersi suo marito per un giorno. Ma, come si suol dire, al cuore non si comanda...

L'IDEA: Il profumo del mosto selvatico è carino...ma di più non si può dire. E' una storia classica, già vista e rivista, della quale si sa tutto dall'inizio alla fine. Comunque gli interpreti sono bravi, anche se Giancarlo Giannini sconfina a volte nell'esasperato. Da notare che il nonno di Victoria è Antony Quinn, qui in uno dei suoi ultimi ruoli.

VOTO: 7

sabato 18 febbraio 2012

La grande guerra

LA TRAMA: Oreste Jacovacci e Giovanni Busacca si incontrano sotto le armi durante la Prima Guerra Mondiale. Sono di carattere completamente diverso, ma una cosa li accomuna: non vogliono troppo impegnarsi nella guerra, e, in un modo o nell'altro, riescono sempre a defilarsi dalla battaglia. Ma comunque, dopo varie avventure, morirano di una morte eroica fucilati dagli Austriaci.

L'IDEA: Il film di Mario Monicelli, Leone d'Oro al Festival di Venezia nel 1959, è un affresco comico e struggente al tempo stesso della Prima Guera Mondiale, della quale si vede tutto, dalla crudeltà delle trincee a quella dei comandanti. Bravissimi sia Alberto Sordi che Vittorio Gassman, nel ruolo della strana coppia Oreste/Giovanni. Da ricordare la scena in cui l'esercito italiano e quello austriaco si contendono una gallina, censurata all'epoca del film chissà per quale motivo. Ottima la sceneggiatura, piena di umorismo e tempi comici al posto giusto. Un classico che invecchia bene.  

VOTO: 10

giovedì 16 febbraio 2012

Tempi Moderni

LA TRAMA: Charlot, operaio, a causa del suo ripetitivo lavoro ha un esaurimento nervoso. Dimesso dall'ospedale, gliene capitano di tutti i colori: va in prigione per essere stato preso a torto come un capo comunista, viene graziato per aver sventato un' evasione, perde il lavoro in un cantiere navale, e conosce una ragazza, la Monella, un'orfana sfuggita alla polizia. Ed è subito amore! 

L'IDEA: Tempi Moderni è un classico attuale. Vedendo infatti le scene nella fabbrica dove lavora Charlot, non possiamo non pensare alle attuali, anche se sono poche, fabbriche, e alla classe dei lavoratori in generale, dato che i diritti conquistati cominciano ad essere calpestati. Da antologia diverse scene, come quella in cui i rappresentanti provano su Charlot la macchina per eliminare la pausa pranzo, quella in cui Charlot tenta di portare un piatto di anatra ad un cliente al ristorante ed infine la famosa scena in cui improvvisa una canzone sulle note di 'Io cerco la Titina'. Ma il personaggio che tocca di più al cuore è la Monella, interpretata da Paulette Goddard, all'epoca moglie di Charlie Chaplin. Tocca al cuore per il suo carattere un po' biricchino, per la sua grazia e per la sua bellezza semplice. Bellissima la risposta che da a Charlot che le chiede dove abita: "In nessun posto, ovunque."
Praticamente muto, questo è l'ultimo film in cui Chaplin interpretò il personaggio di Charlot, morto poi a causa dell'avvento del sonoro.

VOTO: 10

lunedì 13 febbraio 2012

Complotto di famiglia

LA TRAMA: La falsa veggente Blanche Tyler viene incaricata da una cliente di trovare il suo erede scomparso. In cambio, riceverà 10 000 dollari. Insieme al suo compagno, il tassista George Lumley, si mettono alla ricerca del misterioso erede. La stessa notte, due malviventi, Arthur Adamson e sua moglie Fran, scambiano un prezioso diamante contro un senatore da loro rapito. I loro destini sono destinati ad incrociarsi.

L'IDEA: Ecco ancora un bel colpo di Alfred Hitchcock! Complotto di famiglia mescola, con grande abilità, il thriller, la commedia e il mistero, grazie a personaggi davvero indimenticabili e divertenti, come la falsa veggente Blanche e il suo tassista personale George, opposti alla coppia diabolica Arthur/Fran. Inutile dire che anche qui si vede tutto il genio di Hitch, che come al solito fa vedere allo spettatore ciò che accadrà prima che accada, come nella scena in cui George insegue la signora Maloney nel cimitero. Bella la sceneggiatura, con dialoghi pieni di uno sferzante humour.
Stavolta, il regista compare come un'ombra dietro ad una porta. Pochi secondi, come tutti i suoi camei.

VOTO: 10

domenica 12 febbraio 2012

La donna che visse due volte

LA TRAMA: John 'Scottie' Ferguson, poliziotto, dopo un incidente in cui perde un collega soffre di acrofobia, la paura delle altezze. Dimessosi dal lavoro, vorrebbe rimanere tranquillo, ma un suo vecchio compagno di università, Gavin Elster, lo ingaggia per seguire sua moglie, Madeleine. Infatti, sembra che qualcosa (o qualcuno) la stia come possedendo poco a poco... 

L'IDEA: La donna che visse due volte è uno dei più bei film di Hitchcock. Cattura e da i brividi fin dalla prima scena, con dei titoli di testa coinvolgenti che danno la vertigine allo stesso spettatore. James Stewart e Kim Novak, quest'ultima in un doppio ruolo, sono molto bravi. Ma soprattutto, è incredibile quanti temi possa toccare questo film: la malattia, la possessione, l'horror, l'ossessione, la perdità dell'identità. E al centro un intrigo ben mascherato a discapito di James Stewart, vittima innocente che, alla fine del film, si trasformerà quasi in carnefice. Moltissime le scene da ricodare: dai titoli di testa, alla scena nel museo (che da i brividi), da quella nel bosco di sequoie all'incubo di James Stewart. Molto efficace la musica. Come diceva Hitch:
"Non c'è terrore in un'esplosione, ma solo nell'attesa che la precede."

 VOTO: 10

giovedì 9 febbraio 2012

Il Fiume Rosso

LA TRAMA: Thomas Dunson abbandona la donna che ama e la sua carovana per cercare una terra dove fondare un ranch. Ma la carovana è attaccata dagli indiani, e sopravvive solo un ragazzo, Matthew Garth, che Thomson prende con se come un figlio. Quattordici anni dopo, la sua mandria è la più grande del Texas. Matthew è cresciuto ed è appena tornato dalla guerra. Thomson decide di portare la mandria nel lontano Montana, ma applica con i suoi uomini una disciplina ferrea, che presto fa sorgere dei dissensi. Quando Matthew si ribella e gli toglie il ruolo di capo, Thomson giura di ucciderlo...

L'IDEA: Western vecchio stile con John Wayne e Montgomery Cliff, Il Fiume Rosso è a ragione giudicato come uno dei migliori western degli anni ''40. La recitazione è molto buona per tutti gli attori. Bellissima la fotografia in bianco e nero, e anche buona la sceneggiatura. Solo la musica è un po' roboante, ma questa era una caratteristica di tutti i western dell'epoca. Inoltre questo film non è come molti dei tempi per il fatto che non è moralista: non è il giovane che sbaglia e che viene punito, ma il vecchio, e inoltre finalmente le donne non sono più o sottomesse o di facili costumi, ma quando vogliono sanno essere forti e anche più decise degli uomini. Lo testimonia il bel personaggio di Joanne Dru. Divertente la scazzotata finale tra John Wayne e Montgomery Cliff.

VOTO: 9

The conspirator

LA TRAMA: Dopo l'assassinio di Abraham Lincoln, vengono arrestati i cospiratori. Tra loro, una donna, Mary Surratt, che teneva la pensione dove si incontravano e il cui figlio è introvabile. A difenderla da un processo che sembra già scritto, è chiamato un giovane eroe nordista, ora avvocato, Fredrik Aiken.

L'IDEA: Una ricostruzione storica accuratissima fa da cornice a bravi interpreti, da James McAvoy nel ruolo di Aiken, a Robin Wright, invecchiata nel ruolo di Mary, fino a Evan Rachel Wood nella figura tragica della figlia della Surratt, Anna. Il film trasmette un profondo senso di ingiustizia, e fa vedere come, in un certo senso, i nordisti si siano vendicati contro i sudisti anche dopo la Guerra di Secessione, attraverso tribunali niente affatto imparziali. Il regista Robert Redford ha anche sottolineato un parallelismo con i tribunali che hanno giudicato i detenuti di Guantanamo. A proposito del ritmo, è un po' lento in un certi tratti, ma il film si segue comunque bene.
The Conspirator è il primo film prodotto dalla The American Film Company, creata per produrre esclusivamente pellicole sulla storia americana in occasione dei 150 anni dalla Guerra di Secessione.

VOTO: 9 

Contagion

LA TRAMA: Una donna torna a casa da un viaggio in Asia e muore dopo pochi giorni per una misteriosa malattia. Tutti quelli con cui è entrata in contatto, tranne il marito che si rivelerà immune, muoiono. A partire da questo momento, si genera un'epidemia che scatena la reazione dell'OMS, dei centri di ricerca e di un blogger con pochi scrupoli.

L'IDEA: Contagion è un buon film dal punto di vista realistico. Probabilmente è proprio quello che succederebbe se ci fosse un'epidemia capace di fare 26 milioni di morti.
Il cast (Gwyneth Paltrow, Matt Damon, Laurence Fishburne, Kate Winslet, Marion Cotillar, Jude Law) è stellare, anche se viene decimato dalla malattia. Purtroppo, però, la pecca sta nel ritmo: se Contagion comincia bene, con scene da incubo che poi ti fanno temere di toccare qualunque cosa per i germi, dopo i primi tre quarti d'ora il film diventa poco a poco lento, troppo lento per un argomento del genere, e a forza da pure noia. C'è anche un buco di sceneggiatura: dove va a finire Marion Cotillar, peraltro doppiata malissimo?
Il film si riprende comunque nelle ultime sequenze, quando, quasi con uno stile da documentario, si ricostruisce l'origine della malattia e dell'epidemia.
Insomma, come per il precendente Intrigo a Berlino, Steven Soderbergh dovrebbe curare il ritmo dei suoi film.

 VOTO: 7

Joe Kidd

LA TRAMA: Joe Kidd, un'ex guida che vive in un villagio del Messico occupato dagli Americani agli inizi del '900, viene ingaggiato da Frank Harlan, un uomo con pochi scrupoli, per catturare Chama, un capo dei ribelli messicani. Pur senza grande entusiasmo, Joe accetta l'incarico, ma alla fine si renderà conto di che tipo di uomo è Harlan.

L'IDEA: Questo western ha certo dei buoni interpreti, Clint Eastwood e Robert Duval, ma non è entusiasmante. Lo spettatore non è coinvolto, si limita soltanto a guardare quello che succede. Tuttavia non c'è noia, anche se era già preannunciato il cambiamento di Eastwood. In conclusione, molto inferiore ad altri spaghetti western.

VOTO: 7

La solitudine dei numeri primi

LA TRAMA: Alice viene obbligata dal padre a fare una discesa sugli sci in una giornata di nebbia. Cade e si spezza una gamba, rimanendo zoppa. Mattia, bambino intelligente, viene invitato insieme a sua sorella gemella Michela, ritardata, ad una festa di compleanno. La abbandona su una panchina e la bambina non sarà mai più ritrovata. Anni dopo, Alice e Mattia si incontrano, e cominciano, attraverso gli anni, a perdersi, ritrovarsi e ad intrecciare le loro vite, marchiate a fuoco dai traumi dell'infanzia.

L'IDEA: Non ci si può non innamorare di questo film. E così è anche per i suoi protagonisti, così diversi eppure simili nella loro solitudine, così freak, in un certo senso. La delicata e fragile Alba Rohrwacher offre tutta se stessa, così come Luca Marinelli nel ruolo del cupo Mattia. E proprio Mattia a volte da sui nervi, perché accetta tutto ciò che gli si impone. Solo alla fine, ritornando sul luogo del fatto, insieme ad un'Alice ormai anoressica, riesce a ritrovare se stesso.
Poetica la regia di Saverio Costanzo, che in certi punti fa sembrare la storia un angosciante thriller, come all'inizio, quando nella recita dei bambini c'è la musica dell'Uccello dalle Piume di Cristallo di Dario Argento.
La sceneggiatura è stata scritta dal regista insieme a Paolo Giordano, dal cui omonimo libro, Premio Strega nel 2008, è tratto il film.
Vorrei finire questa recensione con una frase del New York Times a proposito del libro che vale anche per il film:
"Un ritratto squisito di ciò che potremmo definire sentimenti a livello subatomico."

VOTO:10 

The Eagle

LA TRAMA: Marcus Aquila, centurione romano, è intenzionato a far luce sulla misteriosa scomparsa della IX Legione, guidata dal padre, vent'anni prima. Decide dunque, insieme allo schiavo britanno Esca, di passare oltre il Vallo di Adriano.

L'IDEA: Tratto da un fatto realmente accaduto nella Roma Imperiale, The Eagle è il primo peplum dai tempi del Gladiatore che gli arriva almeno alla caviglia. Certo, è meno spettacolare, in certi momenti la sceneggiatura s'inceppa, ma è comunque un buon film. Tra i due protagonosti, l'interpretazione di Jamie Bell è migliore di quella di Channing Tatum. Soltanto una cosa può essere criticata: quella di far sembrare i Pitti, popoli della Bretagna del Nord, degli Uroni, con quella cresta di capelli. Da notare che sono guidati da Tahar Rahim, il protagonista del bellissimo Il Profeta di Jacques Audiard. Buoni il ritmo e la regia.

VOTO:8

Salvate il soldato Ryan

LA TRAMA: Durante la Seconda Guerra Mondiale, il soldato James Ryan è l'ultimo vivo di quattro fratelli. Accortosene, il governo americano decide di farlo tornare a casa. In Normandia, un manipolo di uomini, guidati da John Miller, è incaricato di trovarlo.

L'IDEA: Ispirato ad una storia vera, il film inizia con una lunghissima scena dello sbarco in Normandia del 6 giugno 1944. Una sequenza da mozzare il fiato per la sua violenza e per il suo manternerci incapaci di distogliere lo sguardo da quei corpi falciati e amputati dalle mitragliatrici e dalle bombe. Ma poi, ovviamente, la storia continua.
Tom Hanks è davvero convincente, forse si meritava davvero l'Oscar poi andato a Roberto Benigni nel 1998. Ci si attacca a tutti i personaggi tranne Upham, che acquista un po' più della nostra stima solo alla fine. Ed è interessante notare come Salvate il soldato Ryan ha nel suo cast un pugno di attori che, negli anni seguenti, sarebbero diventati molto famosi: oltre a Matt Damon ci sono anche Giovanni Ribisi, Paul Giamatti e Vin Diesel.
Commovente la fine del film.

VOTO:10