giovedì 9 febbraio 2012

La solitudine dei numeri primi

LA TRAMA: Alice viene obbligata dal padre a fare una discesa sugli sci in una giornata di nebbia. Cade e si spezza una gamba, rimanendo zoppa. Mattia, bambino intelligente, viene invitato insieme a sua sorella gemella Michela, ritardata, ad una festa di compleanno. La abbandona su una panchina e la bambina non sarà mai più ritrovata. Anni dopo, Alice e Mattia si incontrano, e cominciano, attraverso gli anni, a perdersi, ritrovarsi e ad intrecciare le loro vite, marchiate a fuoco dai traumi dell'infanzia.

L'IDEA: Non ci si può non innamorare di questo film. E così è anche per i suoi protagonisti, così diversi eppure simili nella loro solitudine, così freak, in un certo senso. La delicata e fragile Alba Rohrwacher offre tutta se stessa, così come Luca Marinelli nel ruolo del cupo Mattia. E proprio Mattia a volte da sui nervi, perché accetta tutto ciò che gli si impone. Solo alla fine, ritornando sul luogo del fatto, insieme ad un'Alice ormai anoressica, riesce a ritrovare se stesso.
Poetica la regia di Saverio Costanzo, che in certi punti fa sembrare la storia un angosciante thriller, come all'inizio, quando nella recita dei bambini c'è la musica dell'Uccello dalle Piume di Cristallo di Dario Argento.
La sceneggiatura è stata scritta dal regista insieme a Paolo Giordano, dal cui omonimo libro, Premio Strega nel 2008, è tratto il film.
Vorrei finire questa recensione con una frase del New York Times a proposito del libro che vale anche per il film:
"Un ritratto squisito di ciò che potremmo definire sentimenti a livello subatomico."

VOTO:10 

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